Nella
lezione di oggi ho presentato il principio fondamentale della logica classica:
data una proposizione e la sua negazione, dalla refutazione di una delle due si
ottiene la dimostrazione dell'altra, dalla falsità di una delle due si ottiene
la verità dell'altra.
Ho poi
illustrato tre letture importanti di quello stesso principio, letture che
spesso sono considerati (erroneamente) principi diversi:
- il
principio di non contraddizione: data una proposizione e la sua negazione, esse
non possono essere entrambe vere (si potrebbe anche formulare dicendo: data una
proposizione e la sua negazione, esse non possono essere entrambe false);
- il
principio del terzo escluso: data una proposizione e la sua negazione, una
delle due è vera (si potrebbe anche esprimere dicendo: data una proposizione e
la sua negazione, una delle due è falsa);
- il
principio di identità: se A allora A (ossia, se A è vera allora A è
vera); principio che si potrebbe anche esprimere dicendo: se A è falsa allora A
è falsa.
Sono poi
passato a spiegare tre regole importanti del nostro ragionamento:
- la regola del modus ponens
- la regola del modus tollens
- la regola della transitività
Ho mostrato,
quindi, che le tre regole precedenti - regole che dicono come si usano le
dimostrazioni da ipotesi - sono casi particolari di una regola generale,
chiomata regola del taglio.
La regola
della conseguenza mirabile e la regola dell' "a fortiori" sono le
regole caratteristiche della logica classica, nel senso che usare tale regole
costringe ad accettare che le proposizioni siano BIT immutabili e dunque ad
accettare la concezione della logica classica.
La premessa
della regola della conseguenza mirabile (avere una dimostrazione di una
proposizione A dalla sua negazione) obbliga a riconoscere che quella
proposizione A è vera perché non può essere falsa (infatti la scoperta della
falsità di A - ossia la scoperta della verità della sua negazione - porterebbe
alla scoperta della verità di A, il che è impossibile).
sì, sono casi particolari della regola generale del taglio (o della comunicazione tra A e non-A).
RispondiEliminaProfessore, la sintassi |--- B, non A (con cui rappresentiamo ad esempio la dimostrazione A |--- B) ha un nome particolare con cui viene chiamata? E' una sintassi di "contrazione" o ha un nome diverso? O non ha alcun nome?
RispondiEliminaIl nome è " interazione tra negazione dell'ipotesi e conclusione di una dimostrazione da ipotesi"
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